Oggi ho pensato di farti un grande regalo: presentarti lui/lei, sì, il/ la collega Stronz* – che da qua in poi vorrei chiamare Stronzy: questo neutro è d’obbligo, in quanto non saprai mai in che forma e genere ti si parerà davanti, nella vita, il /la Stronzy Dur*e Pur*, il/la Very Stronzy.
Però diciamocelo, non sono proprio io a presentartel*: tu lo/la conosci sicuramente già! Avoja!
Stronzy è quel/quella tua vicino/a di scrivania presente sempre, in varie forme, entità ed incarnazioni, in tutti gli uffici: più che di una persona, possiamo nel suo caso ben parlare di Categoria dello Spirito.
Ti guarda e ti sorride, ma al solo scopo di farti vedere bene bene bene i canini – come tra primati nella savana, o anche come in quella meravigliosa scena di 2001 Odissea nello Spazio, in cui le scimmie si fronteggiano brandendo femori. Del resto, il problema di base è che Stronzy è rimast* ferm* mentalmente lì, la sua filosofia di vita lavorativa si può riassumere in: ciascuno per sé e Dio contro tutti. E soprattutto, nella sua fantasia, contro di te. Ma poi, perché?
Perché di te ha una paura fottuta e se tu ti avvicini, anche solo per sbaglio, ad una qualunque pozza di acqua potabile (= a qualunque lavoro/incarico ti venga assegnato), come nella scena del filmone di Kubrick ti volerà addosso (rigorosamente in segreto e di nascosto dallo sguardo di tutti) per suonartele di santa ragione. (peraltro, tranquilla: lui/lei non ha mai visto 2001 Odissea nello Spazio, ma neppure mai sentito nominare Stanley Kubrick. Forse, al più, penserebbe, sentendo questa parola, a quel famoso cubo colorato).
Conosci anche tu Stronzy, sì, eccome! ha la dote innata di poter parlare con voce stentorea in riunione, sopra di te, ben sopra, per principio, e per interi quarti d’ora, affermando peraltro nei suoi interventi il nulla assoluto, ma un nulla assoluto di qualità particolare, infiocchettato da inarrivabili quanto vuoti inglesismi e tecnicismi, e col sotteso che lui/lei, a differenza di te, ha l’orecchio del/della/ dei cap*. Stronzy sa come diffondere attorno a sè il timore di contraddirlo/la, perché quello che ti fa capire, tra una emerita boiata e l’altra che escono no stop dalla sua bocca, è che se osi dire qualcosa di diverso dalla sua vulgata, pur in modo pacato, ragionevole e documentato, vai contro i/le vostri comuni superiori gerarchici. Quindi, non solo tu, ma tutti in ufficio ne sarete intimoriti.
Stronzy è poco intelligente e per niente colto/a, ma ha un istinto della Madonna per capire all’istante dove butta il fumo. E’ furbissim* in quanto i suoi segreti complessi di inferiorità, nascosti sotto tonnellate di spavalderia, l’hanno spint* a crescere a pane e tattiche per i migliori colpi sotto la cintura. Spesso, se donna, nutre pure un malsano senso di rivalsa nei tuoi, sì, proprio nei tuoi confronti – il principale oggetto d’invidia, è, believe it or not, quella che io, per quanto mi riguarda, percepisco come la mia difficoltà più grande, cioè la mia condizione di essere single mom.
Ma nella sua mente xxx (segue aggettivo dispregiativo a caso, fai tu, ti prego), il mio essere madre nubile è più o meno tutto qua:
beh, ma almeno tua figlia te la tiri su come vuoi tu, e a casa non hai nessuno con cui litigare!
…e neppure suoceri!
…e amici d’infanzia poco simpatici del marito/moglie da invitare sempre a cresime/ battesimi/feste di famiglia!
…e tutte quelle inevitabili rotture di coglioni che probabilmente derivano dall’essere parte di una famiglia del Mulino.
Tu, però, che sei mamma single, vivi una situazione di questo tipo (per dire solo 3 cose a caso che mi vengono in mente):
- sei regolarmente odiata a morte da tutti i tuoi capiufficio per i permessi che sei costretta a chiedere a ciclo continuo, non avendo un cazzo di nessuno (tranne le tate, che però vanno e vengono, come le Nuvole di De Andrè), che ti aiuti a gestire la tua faticosissima quotidianità
- poi magari rispondi anche come niente a domande facili e leggere, tipo “ dove è papà? perchè non vive con noi?”. Beeeeello! Una vita un filino ma proprio un filino impegnativa.
…Ma Stronzy è così lontan* da qualsivoglia forma di empatia, che ai suoi occhi è palese come tu viva in un paradiso di libertà assoluta, autodeterminazione a mille e nottate pazze a ballare sul cubo. Quindi, giù di invidia brutale.
Del resto, Stronzy è sposatissim*, o comunque è in coppia e pure da molto tempo; la verità però è che la famiglia gli/le fa venire l’orticaria, ma siccome di base è un/una bigott* conformista, non ammetterà mai che ne ha le palle piene, manco con sé stess*. Lui/lei vorrebbe essere libbbbbber*, ma ormai non può più – chè per separarsi o sottrarsi ad una situazione famigliare in cui non ci si sente a proprio agio occorre molto coraggio, peculiarità caratteriale che a Stronzy è proprio del tutto aliena.
Ma attenzione: questa situazione, che potrebbe essere causa per chiunque di dolore esistenziale, è il vero asso nella manica di Stronzy, che, infatti, riesce mirabilmente a smarcarsi dalle questioni famigliari, e ad essere concentrat* solo a cercare di spaccare culi sul lavoro – quella è tutta la sua vita!Grazie alla totale assenza di un qualunque altro reale pensiero, Stronzy riesce a essere veramente spietato/a.
Stronzy cambia le regole alla velocità del suono, anzi, proprio non ne ha, ti dice con fumosi arzigogolii sintattici che in sostanza è impossibile regolamentare ogni aspetto del lavoro, eh! Sei tu la rigida, sei tu la sospettosa: “è un problema tuo” è uno dei suoi refrain preferiti – invece la realtà è che aborre ogni regola fondamentalmente perché sa bene che, se ci fossero delle norme chiare, tutta la sua carriera andrebbe (scusa il francesismo) a farsi strafottere, visto che è per il 99% costruita sul far inseguire – lavorativamente parlando- a tutti quelli che hanno la disgrazia di incrociarl* un eterno gatto di Schrödinger.
In tangenziale. Di notte. Con la nebbia.
Quindi mente sempre senza ritegno e afferma come niente una cosa per l’altra, a seconda del suo interlocutore. Questa roba all’inizio ti disorienterà, perché troverai sconcertante la sua faccia di super gomma nell’affermare senza remora alcuna tutto e il contrario di tutto nel giro di pochi minuti. Del resto, a differenza di te, che sei una ahimè onesta e coerente, Stronzy fa della spregiudicatezza la sua Weltanschauung: si guarda bene dall’avere niente altro per il cervello che come superare a sinistra i colleghi, con ogni mezzo, e te, proprio te in particolare. Sì, ma perché, perchè?
Te l’ho già detto!
tu sei libbbbbbera con tua figlia, non hai compagn* di vita a cui magari puzzano i piedi tutte le notti vicin* nel letto, tu sei libbbbbera di iscrivere tua figlia a pattinaggio o danza o istrumpa, o magari tutte queste cose insieme e questa libbbbbertà immaginaria fa sì che tu appaia a Stronzy sempre sul pezzo e mortalmente invidiabile, nonostante tutta la tua vera fatica quotidiana. Quindi anche sul lavoro ti percepisce (pur odiandoti a morte and beyond) come brillante. Tu, per il solo fatto di esistere, sei un pericolosissimo cane sul suo stesso osso. Passerà la giornata a fare poco del suo lavoro, ma tutto o quasi del tuo. Se non riesce a farlo, sicuramente lo controllerà minuziosamente, perché tanto lui/lei è tutt* lì, lui/lei ha eccome l’energia per farti il culo! ma diciamolo pure, anche beat* lui/lei, che riesce a non avere niente altro da fare e da pensare!
Tu in genere hai, se va proprio bene, 4 ore di sonno sulle spalle; ti dibatti tra i tuoi eterni problemi di salute, che, passando il tempo, diventano sempre più cazzuti e impegnativi da sostenere: gli impianti cocleari che si spaccano regolarmente il sabato mattina, magari prima di un bel ponte lungo (o del lockdown! Io, sappiatelo, ho affrontato più di metà lockdown con un solo impianto cocleare funzionante! quindi di fatto con un solo orecchio! Quanta gioia di vivere, quanta!), la bambina che in tutto il giorno ha mangiato un solo cucchiaino di yogurth e non si capisce perchè, i nonni, da aiutare in qualche modo perché ormai vecchi, malatissimi e lontani, inesorabilmente lontani da casa tua (i miei addirittura in un’altra città), e quelle notti dei tuoi due vecchietti passate lì dove sono, anziché vicini ed a portata del tuo aiuto, ti spaccano veramente il cuore e ti tolgono , se non l’ energia, sicuramente proprio del tutto la fantasia di fare la stronza – anzi, la Stronzy – a muzzo.
Io quindi vorrei dirti: non ti devi stupire se le tue performances lavorative non sono nemmeno lontanamente paragonabili a quelle di Stronzy, perché lei/lui può essere tutt* lì, concentrata nelle sue Stronzy-ate, mentre tu, no, assolutamente proprio no.
Smettila anzi di sentirti in colpa e considera la verità, cioè che lui/lei è aiutat* (buon per lui/lei!) da mille differenti parti, dalla sua indole anaffettiva e per nulla propensa alla compassione, oltre che (o forse soprattutto) dalla famiglia, che Stronzy ha, eccome se ce l’ha! e che pazientemente lo/la sopporta e supporta. Tu, tu invece fai veramente tutto da sola. Quella a cui ti ha imposto di partecipare è una competizione che esiste solo nella sua mente, perché nella realtà nel tuo ufficio c’è spazio per tutti, ma se esistesse veramente una gara di questo tipo, è chiaro che verrebbe combattuta ad armi del tutto impari. Lui/lei ha l’energia di avere per obiettivo di distruggerti, screditarti, superarti, tu puoi solo permetterti di lottare per stare a galla.
Devi arrivare anzi a realizzare che se lui/lei fosse al posto tuo l’avrebbero già ricoverat* da tempo alla neurodeliri, perché ha una personalità infantile ed incapace di qualunque forma reale di autonomia. Ma tu fai troppe cose insieme, e soprattutto hai troppe cose tutte insieme in testa, sei troppo stanca per avere la forza e il distacco di fare ora queste considerazioni: infondo sei stata educata a stimarti troppo poco per avere davvero i riflessi di annusare e ridimensionare il caso umano travestito da mobbizzatore/trice che hai davanti. Quindi, io ti assolvo e anzi ti dico: affronta tutto come puoi, e ok, metticela tutta, sempre, ma impara a non sentirti 50 kg di letame seduti alla scrivania tutte le volte che cadrai per gli sgambetti di Stronzy: tu non hai avuto nemmeno il pensiero di valutare lontanamente l’esistenza di queste trappole, mentre lui/lei ci ha studiato su per ore, forse per giorni interi.
Tu sei la sua ossessione, senza saperlo. Del resto, io personalmente come disabile a lavoro sono stimata, a prescindere da ogni mia eventuale performance ed ogni bastone che mi possa mettere qualunque Stronzy tra le ruote, poco più di una scimmia parlante. Posso dirti che ho avuto anche vicin* di scrivania che letteralmente hanno costruito la loro carriera sui miei problemi di salute. Una mia ex collega è arrivata a dire al capoufficio di quel momento che avevo prolungato le ferie di Natale, invece ero in ospedale, ricoverata a causa di una crisi di ipopotassemia, paralizzata e con una merDavigliosa sonda nel collo. E ci sono rimasta a lungo! Ferie lunghe, lunghissime, a sciare a Cortina eh! Al mio ritorno in ufficio ero così sconvolta da tutta quella pesantissima esperienza in ospedale (che un giorno racconterò) che ci ho impiegato letteralmente anni per capire la cosa orribile che aveva fatto ai miei danni questa collega. Quindi, palla al centro e ripeti con me: sono umana e ho tantissime cose che non vanno, tantissime bambole da pettinare, mi impegno al massimo, ma non posso materialmente pensare di frantumare tutti i piattelli che mi vengono lanciati. Quando il dio dei piattelli distribuiva la mira, io evidentemente sarò stata in coda per i problemi di salute 😊
Ora, vorrei donarti questo mini-vademecum su come agire una volta che hai capito di avere a che fare con Stronzy. L’ho messo insieme in 20 anni e più di lavoro, e Stronzy, credimi, ne ho incontrati tant* ma tant*ma di quei/quelle tant*:
1 – mai raccontare i fatti tuoi: Stronzy inizialmente farà la/il simpaticona/e, ti offrirà il caffè, ti darà confidenza e a te sembrerà di avere trovato un’amicizia lavorativa. Falso: attenzione, perché ogni cosa che sarai indotta a confidare in questa fase di tarallucci e vino sarà usata sapientemente contro di te. Stronzy va salutato/a (nella mente) tutti i giorni dicendo un bel “Under His Eyes!”. – e se hai letto o visto “I racconti dell’Ancella” sai cosa intendo.
2- anche dal punto di vista lavorativo ti ripeterà centomila volte di chiamarla/lo o parlarle/gli se hai dei problemi, ma è falso, falsissimo. Tienil* il più possibile fuori, sia da quello che pensi dei colleghi etc sia da cose che temi davvero, eventualmente, di aver sbagliato. Lui/Lei è lì nell’ombra che attende di portare sempre tutto alla luce peggiore per te, di metterti in difficoltà;
3 – cerca il più possibile di comunicare con Stronzy per iscritto, lo/ la metterai in difficoltà, perché a lui/lei costa lacrime e sangue mettere 3 parole di fila in una email. Userà probabilmente come segno di interpunzione i puntini di sospensione al posto di tutta la punteggiatura esistente, perché ha frequentato l’Università della Vita e anche personalmente non ha mai letto altro che le cagate sui social e forse prima dei social qualche aforisma dei Baci Perugina, quando era piccol*. Perde davvero tempo e si irrita a scrivere (oltre al fatto che intuisce, sagace come un macaco fuscato, che lo/la stai prendendo per il culo alla grande: stai verbalizzando ogni vostro contatto, intanto giusto così, per vedere l’effetto che fa);
4 – nelle comunicazioni cerca di coinvolgere colleghi “neutri”, cioè che sai che non nutrono particolare simpatia né per te né per lei. Non ti stupire se nel giro di breve tutto l’ufficio ti sembra ostile! Del resto, lui/lei mentre tu nelle pause sei chiusa in bagno col tiralatte meccanico attaccato alle tette che straripano, (per continuare ad avere prezioso latte materno da offrire al/alla tu* pup*, quando andrai a prenderl*, perché ricordati: avrai solo a che fare con pediatri violentemente antivax, perciò l’unica chance di tu* figli* per sopravvivere al brodo primordiale del nido saranno gli anticorpi che potrà eventualmente continuare a ciucciare col tuo latte) sta sul balcone a fumare con capi e dirigenti vari. Lui/lei ha tempo di fare public relation, anzi, è un/una ver* maestr* in questa arte. Tu, invece, puoi solo pagaiare furiosamente, nella tua vita lavorativa e non, perché hai tante di quelle cose per cui devi remare! Non ti scoraggiare e vedi al punto sotto;
5 – tutti sotto sotto odiano Stronzy, anche, o forse soprattutto, quelli che gli/le si accompagnano al caffè e sembrano suoi amici. Lui/lei nel tempo si è comportat* talmente male, ha smerdato sempre e solo talmente tutti, che questa cosa ha il suo perché. Vai oltre le apparenze e cerca di fare squadra con quelli che scoprirai essere i suoi detrattori: non lo immagini neppure, perché fuori da briefing e riunioni sembra estremamente simpatic* e popolare, ma sono parecchi quelli che in tasca fanno le corna quando la/lo incrociano nel corridoio. Ricorda sempre che there’s a power in a Union, come dice il bellissimo inno dei sindacati dei minatori inglesi;
6 – io ti consiglio di non parlare a tutti del fatto che ti senti perseguitata e mobbizzata da quest* collega (“Under his eyes”, ricordi?), ma ma ma… si vis pacem, para bellum: parlane eccome con il vostro comune capoufficio, con toni il più possibile pacati e neutri, ma decisi. Facilmente lui tenderà a sminuire il racconto delle angherie che gli state facendo e vi risponderà che così va il mondo e non bisogna vittimizzarsi – perché è normale che di fronte ad un abuso, la prima a finire sul banco degli imputati sia la vittima. Però è solo una reazione di facciata, perché, se vale appena più di qualcosa, qualunque capoufficio non può fare finta che il discorso che gli state facendo non esista. Un campanello di allarme sta suonando nella sua testa, anche, in alcuni casi addirittura soprattutto, se abbozza o minimizza;
7 – inizia pure a cercarti un buon supporto, qualcuno che conosca bene la normativa aziendale e sappia consigliarti con cautela ma con l’obiettivo di migliorare la tua situazione: iscriviti ad un sindacato, in questa situazione sono soldi ben spesi;
8 – impara, per principio, a mettere in dubbio ogni affermazione di Stronzy. Quando dice che è il capo ad aver detto di chiederti di fare una certa cosa, dì subito OK, poi chiama o mettiti in contatto col capo o con un suo vice sufficientemente autorevole. Non dire che Stronzy ti ha detto di fare…perché spesso cane non mangia cane, potrebbero esserci delle ragioni che tu non conosci per non smentire l’orrid* Stronzy. Chiedi invece genericamente al capo informazioni sulla cosa che ti ha detto di fare il/la collega mobbizzatore/trice: vero che devo fare…devo chiamare…questo lavoro va fatto così?
8 – mai polemica diretta con Stronzy, lui/lei è un/una provocatore/trice, non aspetta altro che un bel vaffanculo da parte tua, e magari di fronte a testimoni! Sa benissimo come volgere ogni scontro a suo vantaggio, vive letteralmente per questi momenti! Evita di passare dalla parte del torto pubblicamente. Quindi, sempre buongiorno, buonasera, come stai cara/o, ok lo faccio. Poi ragiona con la tua testa su cosa ti ha detto di fare e valuta eventualmente se chiedere ulteriori spiegazioni, ma certo non a lui/lei;
9 – se il peso dei dispetti e dei dispettucci si fa gravoso per il tuo equilibrio psicologico, (ricordati sempre che quello messo in atto nei campi di concentramento era una forma massiva di mobbing violento: tu sei sottoposta allo stesso tipo di trattamento tutti i giorni, per un tot di ore al giorno, se sei fortunata da una sola persona), se scopri che volente o nolente hai sempre in mente il viso di Stronzy e la sua voce nelle orecchie, attenzione attenzione! stai facendo il suo gioco, senza volerlo. Lui/lei è letteralmente ossessionat* da te, si lambicca il cervello per capire come farti cadere, sapendo bene che questo lavorio piano piano potrebbe sgretolarti fisicamente e psicologicamente, se non troverai il modo di sottrarti. Io, per non cascare in questo meccanismo, uso una visualizzazione di questo tipo: evoco la parola NO come se nella mia mente fosse scritta a caratteri cubitali su un enorme foglio bianco. Mi dico NO con forza e resetto il pensiero della sua orrida facciona, della sua voce, della brutta sensazione che mi danno le sue cattiverie. Ricorda: il tempo che perdi a dare retta alle sue fregnacce in orario lavorativo è già troppo;
10 – se poi purtroppo butta proprio male e devi rivolgerti ad un avvocato, scegli un giuslavorista, magari tramite qualche associazione di disabili: spesso su questi temi lavorano come fabbri, visto che il mobbing già di per sè è diffuso, ma verso disabili è DAVVERO diffuso. Fatti consigliare da qualcuno che abbia già maturato una esperienza in merito, non andare da un legale a caso, perché sapendone poco ti dirà solo che il mobbing non si può provare. Altra fregnaccia! Ricorda: anche agli internati nei campi di concentramento i nazisti ripetevano che tanto nessuno, quand’anche fossero usciti vivi di lì, gli avrebbe creduto;
11 – Ridi. Davvero! Fai l’imitazione di Stronzy con le tue amiche. La risata ha il potere terapeutico di tagliare le gambe ai/alle mobbizzatori/trici e di sollevarti lo spirito, che è ciò di cui, nella tua esistenza già risicata su mille fronti, hai decisamente bisogno. Tu non hai nessuno a casa con cui litigare, ma spesso anche nessuno, nessun adulto, con cui parlare! vivi con tu* figli*: un/una bimb* piccol* da allevare, con il/la quale hai il dovere morale di cercare di essere serena il più possibile. Io più di una volta ho pianto per problemi di mobbing davanti a mia figlia (per problemi di mobbing!!!con tutte le bambole che ho da pettinare!!!da non credersi.), poi, passata la tempesta emotiva, le ho spiegato che anche la mamma a volte è triste o preoccupata e ha bisogno di sfogare le sue emozioni con un bel pianto. E non c’è niente di male.
Ma quelle sono state le volte in cui dentro di me ho deciso che il bicchiere era colmo, la situazione doveva cambiare, e sono sempre riuscita a rimettermi in sella e in qualche modo a risolvere o scappare.
Io sono sicura di una cosa: ci riuscirai anche tu!